Mi chiamo Legione
C’è un libro, da poco uscito per Rizzoli, che occorre leggere. Si chiama In esilio e lo ha scritto @Simone_Lenzi. Con ironia molto livornese descrive anche i nostri tic e le nostre ossessioni. L’Ovosodo di Virzì è diventato fritto.
Leggevo il blog di quel comico che fondò il Movimento. Una volta, ricordo, sul blog c’era una discussione sui resti. Su quelli che sbagliano a farti il resto. Tutti che raccontavano la loro esperienza personale: il tabaccaio, il giornalaio, il farmacista, il barista che sbaglia a farti il resto. Tutti erano stati vittime di un resto sbagliato, e guarda un po’, ci fosse mai stato uno di questi signori che aveva sbagliato a farti il resto dandoti più di quel che ti spettava. Sì, stai fresco. Macché. Sbagliava no tutti per difetto: a uno avevano cercato di fregare due euro, a uno addirittura dieci. Sbagliavano tutti apposta, tabaccai, farmacisti, baristi, tassisti, per fregarti i soldi. Ma era arrivato il momento di dire basta. Loro non ci stavano più a farsi fregare sui resti. Non erano più soli, non erano più atomi spersi nell’universo: erano diventati una legione. «Come ti chiami?» chiese Gesù. «Mi chiamo Legione, perché siamo tanti.» Chissà quante volte avranno sbagliato a farmi il resto pure a me, riflettevo. Mi avranno fregato milioni.